Rappresenta Davide giovinetto dal volto efebico con la spada sulla spalla e con l'enorme testa con capelli corvini e barbuta di Golia nella mano sinistra, in cui tiene anche una fionda di corda; il fondale è costituto da un drappo gonfio di pieghe a prezioso riflesso e da un'enigmatica statua (una Nike?) sul parapetto di un tempio, rivolta verso un paesaggio acceso da un dorato tramonto. Si notano alcuni contrasti: il povero abito di pelame da pastore e il ricco berretto con borchia e piuma, che richiama la moda seicentesca; anche l'elegante passo e la tenerezza del corpo si contrappongono alla dimensione della testa di Golia, pur priva di espressione di cruda sofferenza; infine lo sguardo è timido e ha l'espressione di una contenuta gioia. Tutto ciò aveva fatto pensare ad un seguace del Guercino, quando questi assume temi caravaggeschi, e li toglie dal brutale verismo per immetterli in un alone narrativo.

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